Ogni quanto innaffiare le piante? E quanta acqua usare?

6 agosto 2025

 Guida completa per coltivatori indoor e outdoor

Annaffiare troppo o troppo poco è uno degli errori più comuni nella coltivazione.
Ma ogni quanto bisogna innaffiare? E quanta acqua serve davvero?
In questa guida scopri tutto quello che conta:
frequenza, quantità, tipo di vaso, substrato e consigli utili per indoor e outdoor.



๐Ÿ’ง Ogni quanto innaffiare: dipende da vaso, substrato e pianta

Non esiste una regola fissa valida per tutte le piante, ma ci sono parametri fondamentali da osservare:

  • Controlla il peso del vaso: sollevalo o inclinalo leggermente. Un vaso leggero è quasi sempre segnale di substrato asciutto.
  • Infila un dito o un bastoncino in profondità (6–8 cm): se esce asciutto, probabilmente è ora di innaffiare.
  • Osserva le foglie: cadenti ma ancora rigide? Probabilmente sete. Cadenti e molli? Forse troppa acqua.

๐Ÿ“Œ In generale:

  • Fase vegetativa: ogni 2–4 giorni
  • Fioritura: ogni 1–3 giorni (più consumo, più traspirazione)


๐Ÿงช Quanta acqua usare? Regola del 15%

Un buon punto di partenza è innaffiare con circa il 15% del volume del vaso.

๐Ÿ“Œ Esempi pratici:

  • Vaso da 10 litri → circa 1,5 litri
  • Vaso da 20 litri → circa 3 litri


โš ๏ธ Non basta versare acqua solo al centro del vaso!
È fondamentale bagnare
tutta la terra fin dalla prima irrigazione, perché le radici non si espanderanno in zone completamente asciutte. Una bagnatura parziale porta a un apparato radicale debole e localizzato.



๐Ÿ•ณ๏ธ Innaffiare lentamente = risultati migliori

Se il terreno è molto secco in superficie, può succedere che l'acqua venga respinta e scorra via lungo i bordi del vaso.

๐Ÿ’ก Cosa fare?

  • ๐Ÿ” Innaffia lentamente, anche in due fasi: versa metà dell’acqua, aspetta qualche minuto, poi versa il resto.
  • ๐Ÿงด Prova con una bottiglia bucherellata: prendi una bottiglia d'acqua, chiudila con il tappo e fai dei piccoli fori. Inseriscila nel terreno capovolta: l’acqua uscirà lentamente, bagnando uniformemente il substrato.



๐ŸŒฌ๏ธ Perché è importante far “asciugare” il vaso tra un’annaffiatura e l’altra?

Quando innaffi, non stai solo dando acqua, ma anche ossigeno alle radici. Se il terreno rimane sempre bagnato, le radici soffocano e la pianta rallenta o marcisce.


๐ŸŒ€ Il ciclo ideale è:

  1. Bagnato → le radici assorbono acqua e nutrienti.
  2. Asciutto → entra ossigeno, le radici respirano.
  3. Ripeti → crescita sana e veloce.



๐Ÿ’จ Più aria = crescita più veloce

La quantità d’aria che arriva alle radici è fondamentale per la velocità di crescita.

๐Ÿ“Œ Un substrato molto fertilizzato ma compatto non basta: se non respira, la pianta rallenta.
๐Ÿ’ก Un terreno
più arieggiato, anche se meno “ricco”, favorisce una crescita più vigorosa.


๐Ÿ’ฌ Esempio utile:
Il Canna Terra Professional Plus contiene il 30% di fibra di cocco, che lo rende leggero e arieggiato.
Anche con meno fertilizzante, le piante crescono meglio perché le radici respirano di più.


Vasi che “respirano”: vantaggi e differenze



๐ŸŒž Outdoor in estate: attenzione a vaso, calore e sole

Quando si coltiva all'aperto, soprattutto in estate, ci sono rischi in più da considerare:

๐Ÿ’ก Se puoi, interra i vasi parzialmente per proteggerli dal caldo eccessivo.



๐Ÿ”„ Travasi: sì, ma non sempre!

travasi graduali aiutano lo sviluppo radicale, ma non tutte le piante li tollerano bene.


๐Ÿ’ก Piante fotoperiodiche:
โœ”๏ธ Possono essere travasate più volte (es. 0,5 → 3 → 11 litri) → radici più forti, crescita più vigorosa.


๐Ÿ’ก Piante autofiorenti:
โŒ No ai travasi! Hanno un ciclo breve (70–90 giorni) e ogni stress le rallenta o le farà iniziare a fiorire quando sono ancora poco sviluppate!
๐Ÿ‘‰ Semina 
direttamente nel vaso definitivo, preferibilmente in tessuto o Air Pot da 11–25 litri.



โœ… Conclusione

  • Utilizza il vaso più grande possibile in funzione del numero di piante che hai intenzione di coltivare.
  • ๐Ÿ’ง Fin dalla prima irrigazione utilizza circa il 15% del volume del vaso in acqua.
  • ๐Ÿ” Attendi sempre che il vaso torni leggero prima della nuova innaffiatura.
  • Scegli il vaso giusto, usa un substrato ben arieggiato e impara ad ascoltare la tua pianta: ti dirà lei quando ha sete.



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Autore: Davide Rizzoli 24 giugno 2025
Articolo 18 DL Sicurezza: norma inapplicabile che paralizza un settore
Autore: Davide Rizzoli 19 aprile 2025
Il recente Decreto Sicurezza 2025 , e in particolare l’articolo 18, sta sollevando forti preoccupazioni nel settore della canapa industriale e della cosiddetta cannabis light. Secondo il testo approvato, viene vietata una serie di attività legate alle infiorescenze di canapa , anche se con THC entro i limiti di legge (0,5%) . Tra le attività vietate troviamo: “l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa.” Una formulazione che rischia di compromettere l’intera filiera , coinvolgendo migliaia di aziende agricole, negozi specializzati, laboratori di trasformazione e distributori. Una norma che potrebbe violare il diritto europeo? Le associazioni di categoria Canapa Sativa Italia (CSI) e Imprenditori Canapa Italia (ICI) hanno annunciato il primo ricorso ufficiale contro l’articolo 18, sostenendo che il governo non abbia rispettato la procedura europea TRIS , prevista dalla direttiva 2015/1535 . Questa norma impone agli Stati membri di notificare alla Commissione Europea ogni progetto di regolamentazione tecnica che possa influire sul mercato interno. Secondo i legali delle associazioni, la mancata notifica potrebbe rendere inapplicabile l’articolo 18 , come già avvenuto in passato con altre normative bocciate da Bruxelles, come nel caso del divieto sulla carne coltivata. Le conseguenze per il settore ๏ปฟ Il rischio immediato per molte aziende è quello di essere accusate di detenzione o spaccio di sostanze stupefacenti , pur trattando prodotti legali e con contenuti di THC regolarmente sotto i limiti. Molti operatori stanno valutando la chiusura o la delocalizzazione dell’attività all’estero. Secondo le stime delle associazioni, sono a rischio: 3.000 aziende italiane coinvolte nella filiera 30.000 posti di lavoro , di cui 10.000 stabili e 20.000 stagionali Un intero settore agricolo e commerciale costruito nel rispetto della legge E adesso? In attesa di sviluppi legali e del responso della Commissione Europea, la parola passa ai tribunali. Il ricorso è stato presentato al tribunale civile di Firenze e sarà seguito da una conferenza stampa alla Camera dei Deputati , prevista per martedì prossimo. Chi opera nel settore o ne è indirettamente coinvolto dovrebbe seguire con attenzione l’evoluzione del caso. La battaglia legale è appena iniziata, ma potrebbe cambiare il destino di un intero comparto economico. Un’eccezione tutta italiana? Mentre il governo italiano introduce divieti sempre più restrittivi nei confronti della canapa industriale e della cannabis light, gran parte del mondo sta andando nella direzione opposta. In molti Paesi, il dibattito si sta spostando dalla regolamentazione del CBD alla legalizzazione del THC, con un approccio basato su dati scientifici, evidenze cliniche e principi di riduzione del danno . Alcuni esempi: Stati Uniti : pur non avendo ancora una legalizzazione federale, oltre 20 Stati , tra cui California, New York, Colorado e Illinois , hanno legalizzato il consumo ricreativo di cannabis, creando un vasto mercato regolamentato e tassato a livello statale. Germania : ha legalizzato il consumo personale di cannabis con THC dal 1° aprile 2025, regolamentando anche la coltivazione domestica e la distribuzione tramite club autorizzati. Canada : è uno dei primi Paesi ad aver legalizzato il THC a livello nazionale già nel 2018. Portogallo : ha depenalizzato l’uso personale di tutte le sostanze nel 2001 e sta valutando modelli regolatori anche per la cannabis. Malta : ha legalizzato la coltivazione e il possesso personale. Lussemburgo e Paesi Bassi si muovono verso la legalizzazione con modelli pilota. Spagna ha una lunga esperienza con i Cannabis Social Club, tollerati in molte regioni. In questo scenario, l’Italia si pone come eccezione ideologica , agendo in assenza di evidenze scientifiche, ma con un impianto normativo che sembra rispondere più a logiche di propaganda che a una reale esigenza di sicurezza pubblica.
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