Come scegliere un LED per coltivazione indoor: guida alla qualità (e alle fregature da evitare)
Introduzione
Scegliere un buon LED per coltivazione indoor non è semplice: il mercato è pieno di sigle, watt fasulli e promesse esagerate.
In questa guida ti spieghiamo come riconoscere un LED di qualità e cosa evitare per non buttare soldi.
1. Watt reali vs watt dichiarati
Watt reali vs watt dichiarati: niente miracoli, serve energia per avere resa
Molti LED vengono pubblicizzati con potenze altissime come "1000W", in realtà consumano molto meno, spesso solo 100-120 watt.
Quello che conta davvero è il consumo reale in watt, ovvero la potenza effettivamente assorbita dalla lampada: è questo dato che determina sia la resa produttiva che il costo in bolletta.
Non esistono LED da 100W in grado di produrre 500g di fiori secchi – è fisicamente impossibile.
Anche un coltivatore esperto, per ottenere mezzo chilo di prodotto, dovrà utilizzare un LED ad alta efficienza con un consumo reale di almeno 400 watt.
🚨 Se fai fatica a trovare il consumo reale della lampada, è un campanello d’allarme enorme.
Ancora peggio se il nome del prodotto include sigle tipo “1500FW”, che sembrano indicare un consumo elevato ma in realtà sono solo trovate di marketing.
Diffida da chi promette risultati eccezionali con consumi minimi: nella coltivazione indoor, come in natura, l’energia non si inventa.
2. Chip LED: cosa sono e perché contano
Il cuore di un LED sono i suoi chip luminosi. Non sono tutti uguali. Alcuni esempi:
- Samsung LM301B/H: alta efficienza, lunga durata
- Osram: ottima resa nello spettro rosso profondo
- Epistar: discreti per prodotti economici, ma meno performanti
Un LED di qualità indica sempre marca e modello dei chip usati. Se non lo fa, è un segnale d'allarme.
3. Full Spectrum sì, ma... quale spettro?
"Full Spectrum" non significa automaticamente adatto alla coltivazione. Ciò che conta è quali lunghezze d'onda sono presenti e in quale proporzione.
Un LED valido deve coprire l'intero spettro utile alle piante: blu (fase vegetativa), rosso (fioritura) e un po' di infrarosso/far-red. I valori PAR e PPFD sono gli indicatori tecnici da guardare per valutare la reale efficacia.
4. Dissipazione del calore
Anche se i LED scaldano meno delle lampade HPS, il calore prodotto va gestito. Un LED di qualità ha dissipatori in alluminio ben dimensionati o ventole silenziose (ma non invadenti).
Se un pannello si surriscalda troppo o ha ventole rumorose come un'aspirapolvere, meglio lasciar perdere.
5. Materiali e costruzione
I LED affidabili hanno una struttura solida:
- Scocca in alluminio estruso, non plastica fragile
- Driver di marca (es. Meanwell) integrati o esterni
- Cavi schermati, connettori sicuri e sigillature resistenti all'umidità
Evita prodotti "no brand" o senza specifiche chiare: spesso sono copie economiche costruite al risparmio.
6. Garanzia e supporto post-vendita
Un buon LED per indoor deve avere almeno 2-3 anni di garanzia reale. La presenza di un servizio clienti, un sito ufficiale e ricambi disponibili è un altro indicatore di serietà.
Se compri su marketplace anonimi senza possibilità di assistenza, rischi di dover buttare tutto alla prima rottura.
7. Meglio un COB o un quantum board?
- COB (Chip On Board): più concentrati, emettono luce intensa in un punto, ottimi per spazi piccoli. Proprio per la loro luce molto direzionale e penetrante, sono particolarmente adatti a piante lasciate crescere in modo naturale, senza tecniche di scrogging o training, dove è importante raggiungere anche le parti più basse della chioma. più concentrati, emettono luce intensa in un punto, ottimi per spazi piccoli.
- Quantum Board e LED a barre modulari: distribuiscono luce su una superficie ampia e uniforme. Rientrano in questa categoria anche molti modelli a barre come i Lumatek, molto apprezzati per l'elevata copertura e l'efficienza. Sono particolarmente indicati per coltivatori che praticano tecniche come SCROG (Screen of Green) o LST (Low Stress Training), dove è importante garantire una distribuzione uniforme della luce su tutta la superficie colturale. distribuiscono luce su una superficie ampia e uniforme. Rientrano in questa categoria anche molti modelli a barre come i Lumatek, molto apprezzati per l'elevata copertura e l'efficienza.
Entrambi vanno bene, dipende dallo spazio disponibile e dal tipo di coltivazione.
In conclusione...
Scegliere il LED giusto vuol dire
guardare oltre il prezzo e concentrarsi su efficienza, materiali e supporto.
Meglio spendere qualcosa in più oggi, che dover ricomprare tutto tra sei mesi.
🔎
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